martedì, maggio 29

Tremori

Personalmente ho avuto poche esperienze di terremoti, nonostante la nostra zona sia considerata altamente sismica e nonostante il terribile terremoto del 1976, che ha messo in ginocchio il nostro Friuli (Carnia in particolare). Lo conosco tramite i racconti dei miei genitori e dei miei parenti, oltre che per un episodio che risale alla mia infanzia: ricordo chiaramente che ero alle elementari e mentre eravamo in classe abbiamo sentito l'armadio in ferro tremare. Nulla di preoccupante, eh! Aanzi, la maestra non voleva credere che fosse una scossa di terremoto. 
Stamattina però, verso le nove e un minuto, come ho appreso in seguito dai telegiornali, ero a letto (sì, sì, ancora a letto, e allora?!) e ho sentito alcuni tremori, come se mio fratello o chi per lui si fosse intrufolato sotto al mio letto e avesse iniziato a scuotere il mio letto, quasi delicatamente, per farmi uno scherzo. Devo dire che questo pensiero è stato il mio primo, infatti quando ho appoggiato i piedi a terra e non ho sentito nulla ho avuto pure la tentazione di guardare sotto il letto...ma in realtà la strizza ha prevalso. Ero ancora nel dormiveglia quando ho sentito il mio letto dondolare e subito sono stata sicura di una cosa: questo è il terremoto. Con questa consapevolezza, dettata più dall'istinto che dall'esperienza, è arrivata subito un'ondata di paura. Posso solo immaginare cosa ha provato chi davvero si è trovato all'epicentro della scossa. A loro, abitanti di Medolla, vanno i miei pensieri.

Giulia

domenica, maggio 27

Novità da accarezzare

Da due settimane a questa parte casa mia è stata stravolta da un fagottino di dolcezza chiamato Sunny :)
Già da un po' di tempo volevamo prendere un nuovo cane, ma per una cosa o per l'altra (e soprattutto perché volevamo così bene a Olly che non ce l'abbiamo fatta a superare il lutto velocemente) rimandavamo sempre. Però chi ha avuto un fedele compagno al proprio fianco lo sa, la presenza di un peloso amico manca. Quindi quando mia mamma ha trovato su internet un annuncio con delle foto dolcissime di cuccioli e una stupenda mamma abbiamo voluto vederli dal vivo...e poi non abbiamo più potuto sottrarci: abbiamo preso con noi la più piccola e giovane della cucciolata. 
 
 
 
Avevamo dimenticato forse che un cucciolo può essere un po' faticoso da seguire (per esempio solo ora, dopo due settimane, sta veramente imparando a fare i suoi bisogni fuori oppure dato che si sta facendo i dentini cerca di rosicchiare tutto ciò che vede, soprattutto scarpe e ciabatte), ma la dolcezza e l'affetto con cui ci ripaga non sono paragonabili.

Giulia

domenica, maggio 20

One bowl chocolate cake di Donna Hay

Salve! Oggi ricettina veloce veloce che mi ha conquistato, la torta alla cioccolata 'One bowl cake'
della grandiosa Donna Hay.
La cosa stupenda di questa torta, come dice anche il nome, è che per prepararla si sporca un'unica terrina! Fantastico per i pigri come me.
E' una torta goduriosa, aroma pieno, morbida e umida all'interno e con una crosticina croccante.
Ma smettiamola di salivare e andiamo con la lista degli ingredienti (leggermente modificata):

One bowl chocolate cake di Donna hay

Ingredienti per una tortiera di 18 cm;

60 g di burro;
180 g di cioccolato fondente;
90g di zucchero grezzo di canna (io ho usato il Muscovado, che semplicemente ADORO)
30g farina 00;
1 cucchiaio di panna fresca;
60 g di nocciole del Piemonte tostate (tenute per qualche ora in freezer);
80 g uova;
cacao amaro in polvere q.b.;

Per servire, panna montata leggermente zuccherata;

Accendiamo il forno in modo statico a 160°, poi per prima cosa facciamo a pezzetti il cioccolato, e mettiamolo in una terrina capiente assieme
al burro a scaldare a bagnomaria DELICATAMENTE. Mentre cioccolato e burro si sciolgono, pesare gli altri ingredienti, e tritare al mixer le nocciole per farne farina. Vi ho consigliato di tenerle un po' in freezer prima in modo che nel processo di trasformazione in farina buttino fuori un po' meno olio.
Passate lo stampo (specialmente se come il mio non è a cerniera) con del burro, poi foderate il fondo con carta da forno ( si, lo so che con la carta da forno il dolce non si attacca, il burro servirà a tener ferma la carta sul fondo e a trasmettere meglio il calore).
Una volta sciolti burro e cioccolato, mescolando bene aggiungiamo lo zucchero, le due farine, il cucchiaio di panna e poi un po' alla volta le uova, aspettando che il composto abbia assorbito l'uovo versato prima di aggiungere il resto.
Ora versiamo il composto nella tortiera, e ritagliando un disco di carta da forno della larghezza dello stampo copriamo la superficie del dolce con carta da forno a contatto.
Il tempo di cottura è di circa 60', per controllare sentite toccando la superficie sotto la carta da forno:deve aver fatto una crosticina.

Toglietelo dal forno, togliete la carta forno da sopra e lasciatelo raffreddare.
Poi sformatelo ( attenzione che è delicato!) togliete la carta da forno sotto e spolveratelo con cacao amaro.

Servite la fetta con della panna fresca leggermente zuccherata, in modo da esaltare l'aroma intenso del cioccolato e i profumi dello zucchero grezzo.

Che dire se non che Donna Hay è un mito??
Molto presto mi regalerò un suo libro...qualcuno ha mica consigli?
Ciao ragassuoli, vi lascio con due foto delle fette!

Io purtroppo non avevo più panna fresca da montare, ma anche da sola è deliziosa! Si scioglie in bocca, ed il gusto è avvolgente e godurioso..

Alla prossima!
Moreno

venerdì, maggio 18

C25k: l'inizio

Ciao Ragazzi!
Oggi il titolo sarà magari sconosciuto ai più, quindi parto subito a spiegarlo.
C25k, tradotto sarebbe Couch to 5 kilometers: cioè un programma di nove settimane di corsa per passare dal divano (couch) al risultato tutt'altro che irrisorio ai miei occhi di riuscire a correre per 5 km di filato (circa 30 minuti senza fermarsi).
Ultimamente mi sentivo proprio fuori forma, e soprattutto per quanto con il mio lavoro sia abituato agli sforzi, beh, quando si parla di resistenza, di fiato ecc...sono proprio messo maluccio.
Da quando ho lasciato il Kung fu ho sempre trovato scuse per non riprendere a far moto:
la stanchezza finito lavoro, i lavori da fare a casa nostra, il brutto tempo, la giornata in cui non si sta molto bene, quella in cui non si ha il tempo...
Ora però, con un grosso progetto che si profila all'orizzonte per settembre (e del quale per scaramanzia non vi dico ancora nulla), ho deciso che basta scuse. Voglio tornare in forma, e non voglio più lasciare che la pigrizia, il poco tempo libero o altro mi rubino il piacere di fare fatica di quella buona, quella che ci lascia sfogare e che fa bene al fisico.
Quindi ho deciso di buttarmi in questo allenamento tre giorni a settimana.
La Scimmietta appena l'ha saputo si è voluta aggregare, e non posso che essere entusiasta del poter fare qualcosa di così bello e salutare assieme a lei, di avere una cosa in più che ci lega. E poi del moto fa bene a tutti e due!
Il programma per chi fosse interessato lo trovate QUI.
Ora vi lascio con le nostre impressioni a freddo sul primo giorno:

Moreno
Primo giorno odioso, visto che il meteo ha fatto di tutto per farmi desistere prima ancora di cominciare questa nuova 'avventura'. Dopo giornate stupende e decisamente estive, il giorno prescelto la temperatura è scesa terribilmente, sui monti attorno a noi è ritornata la neve, e ha piovuto tutta la notte e gran parte del giorno. Premesso questo, è stato bello fregarsene e partire, iniziare a camminare e correre. Direi che è stato quasi come ritrovare un vecchio amico con il quale non si passava una serata da anni: riappropriarsi della corsa, ritornare a sentire i muscoli induriti che scattano e che cigolando un po' magari iniziano a sciogliersi nuovamente, il fiatone che si stabilizza..
E poi il correre in sé, quasi come se il corpo ritrovasse l'energia che credevi persa o rubata, e sentire come sensazione fisica il distacco momentaneo dalle preoccupazioni, dagli impegni, dallo stress, come se loro non riuscissero a correre veloci.
Certo, i muscoli si fanno sentire, la milza continuo a chiedermi perchè diavolo me l'hanno montata se il suo unico scopo sembra quello di far male quando corro, e da bravo furbo cercando di correre facendo entrare meno acqua possibile nelle scarpe devo aver sforzato l'anca..però..però..
Però semplicemente non mi importa, perchè invece di pensare a cosa mi farà male il prossimo allenamento penso a che tragitto faremo, dove faremo volare assieme i nostri piedi e i nostri pensieri.


Giulia
Devo dire che era da un bel po' che non mi allenavo. Certo, sporadicamente andavo in palestra oppure usavo la cyclette qui a casa...ma tra lo studio e il tirocinio non riuscivo a dedicare abbastanza tempo all'attività fisica. Quando Moreno mi ha parlato di questo programma sono stata felice di aggiungermi non solo perché così mi sarei "data un po' una mossa" ma anche perché, diciamocelo, mi mancava fare dello sport con il mio Amore. Quando andavamo a kung-fu era bello perché era un'occasione in più per stare assieme, ma soprattutto perché assieme ci sforzavamo e oltrepassavamo i nostri limiti, facendoci coraggio a vicenda.
Il primo giorno del programma non è stato tremendo per me, devo dire la verità. Certo, ho fatto fatica, e mi sono dovuta sforzare parecchio per non fermarmi (l'acqua gelata che entrava nelle scarpe e mi inzuppava i calzini e i pantaloni in effetti non ha aiutato), ma ce l'ho fatta, e mi sono sentita davvero soddisfatta di me stessa e orgogliosa di Moreno e di me stessa alla fine. La parte terribile per me, in effetti, è stata quando mi sono dovuta fermare :) oggi i miei muscoli mi fanno male solo a camminare e mi vien male ad affrontare un'altra seduta di corsa! Ma ho deciso (abbiamo deciso) che ora non ci sono più scuse. Mi fa male la testa, mi fanno male le gambe, ho sonno, devo fare altro...al diavolo. Se vuoi veramente fare una cosa la fai e basta, e se cerchi scuse vuol dire che non la vuoi fare, giusto? E io voglio completare questo programma. Per me stessa ma anche per noi, perché è bello e stimolante fare qualcos'altro assieme che non siano le solite cose di ogni giorno. E perché alla fine potremmo pensare ai primi giorni e dire, cavolo, ne abbiamo fatta di strada. E l'abbiamo percorsa un passo alla volta, mano nella mano.

martedì, maggio 15

Trofiette al pesto Friulano

Ciao Ragazzi!!
Oggi altro piatto povero, di tradizione campagnola, e non molto conosciuto: il pesto friulano.
Ogni pesto ha la sua caratteristica, il suo richiamo alla terra d'origine (e la sua squisita unicità secondo me...) e nel nostro caso, la presenza di un'erba spontanea che si trova in abbondanza nel territorio friulano e che si usa per risotti, zuppe ecc: il Silene Vulgaris, detto in friulano 'Sclopìt'.





Questo è lo sclopìt, cioè scoppiettino: chi lo conosce capirà al volo il perchè del nome, derivato dal particolare 'scoppio' che la corolla del fiore, presa nel modo giusto tra le punta delle dita, i bambini si divertono a produrre battendolo contro il dorso della mano.
Lo Sclopìt si raccoglie in primavera, molto prima che la pianta si sviluppi in altezza e le prime foglie, i primi getti sono ancora teneri.
Il pesto friulano è quindi composto in modo semplice e veloce utilizzando un comune mortaio.
Si prendono cinque o sei pugni di sclopìt, lavati e privati dei gambi e delle parti più dure, e li si pesta nel mortaio assieme a del sale grosso, uno spicchio d'aglio e qualche gheriglio di noce, aggiungendo piano a filo dell'olio (mi raccomando un po' alla volta, così da facilitarvi nell'operazione).Il risultato dev'essere una crema non troppo densa. Purtroppo le dosi in queste preparazioni non riesco a darle, facendo sempre ad occhio: il consiglio è quindi di lavorare con dosi più piccoline magari e assaggiare spesso.
Ad occhio, per 6 mazzetti di silene direi due spicchi d'aglio (uno e mezzo se grande) quattro pizzichi di sale grosso e circa sei gherigli di noce. Però vi torno a dire, assaggiate e andate di conseguenza!
Non usate robot da cucina, minipimmer o mezzelune. In questo tipo di preparazioni è quantomai importante non ossidare gli ingredienti per avere l'aroma originale della pianta e goderne appieno. Un po' di fatica in più verrà senza dubbio ripagata!
Passiamo quindi alla ricettina veloce.

Trofie al Pesto friulano

ingredienti per due persone:

-100g di trofie integrali;
-2/3 cucchiai abbondanti di pesto;
-1 patata piccola;
-una spolverata di Parmigiano Reggiano 30 mesi.
-pepe q.b.



Bollire la patata finchè tenera, raffreddarla, spellarla e tagliarla a pezzi.
Mentre le trofie si cucinano, in una padella con un po' d'olio saltare i cubetti di patata, poi versare un po' d'acqua di cottura e i cucchiai di pesto.


Scolare le trofie molto al dente e finire la cottura in padella, impiattare e spolverare con una macinata di pepe e una grattata di parmigiano.
Così si presenta il piatto finito.
Veloce, facile, saporito e insolito!


Ciao Ragassuoli, a presto!!!!

Moreno

giovedì, maggio 10

Il risotto agli asparagi più buono e semplice del mondo

Ciao Ragassuoli!
Come state? Vi state godendo queste belle giornate di sole?
Il titolo del post di oggi potrà pure sembrarvi un po' pretenzioso, ma al diavolo, se lo merita!
Cos'ha di tanto speciale questo risotto? Che è un regalo di Madre Natura!
Quello che più mi piace è cucinare con le cose raccolte da me: frittate con le erbe di campo, minestre e zuppe con i funghi che raccolgo, fare le castagne d'inverno quando le trovo o anche solo fermarmi nei boschi a fare scorpacciate di fragoline selvatiche, lottando poi con la gola per riuscire a portarne a casa per una marmellata. Queste cose le sento come legami, profonde radici che mi ancorano alla mia terra; nel raccogliere le noci selvatiche per fare il nocino  o i fiori di sambuco per lo sciroppo, so di ripetere dei gesti antichi, gli stessi che hanno fatto i miei avi prima di me, ed è una bella sensazione. E' definitivamente una delle poche cose di cui vado orgoglioso.
Quest'anno il tempo ad aprile è stato strano, però questo non ha fermato gli asparagi selvatici, e chi come me ha avuto la pazienza di scarpinare un po' e l'occhio di cercare è stato premiato.
Quindi ho pensato di fare una sorta di reportage, una piccola guida al riconoscere la pianta e al cucinarla arrivando al risotto finito ^^
Nelle foto non vedrete chili di asparagi, per un semplice motivo: se in un punto trovo dieci asparagi, ne raccolgo tre-quattro, in modo da lasciar sempre qualcosa che possa crescere andare in semenza e fare il proprio corso. La cupidigia non paga mai, specie con la Natura, ricordatelo sempre.
Le foto sono fatte in parte con il cellulare, perchè la macchina fotografica me l'aveva rubata una Scimmietta male ammaestrata...^^
Iniziamo!

Per prima cosa dove trovarli: andate a passeggiare lungo gli argini, vicino a incolti, e sempre lontano dalle strade. Trovarli ma mangiare cose che sanno di tubo di scappamento può rovinare un bel raccolto!
Partendo dal presupposto che non conosciate 'i punti strategici' in cui queste prelibatezze crescono, avete solo una possibilità per scoprirli, cioè trovare una pianta cresciuta.
Quando la pianta è cresciuta, e inizia ad assomigliare ad un arbusto ormai è si tardi per raccoglierla, ma potete innanzi a tutto cercarle attorno dei getti giovani e buoni ( gli asparagi non vengono mai fuori tutti in un colpo solo specie quando selvatici), e se avrete sfortuna ricordarvi il punto per la prossima primavera.

Scusate la pessima qualità, ma qui potete vedere vecchie piante di asparago ormai secche ( il cespuglio  color grigetto) e qualche getto nuovo ormai troppo cresciuto (quelli verdi longilinei)




ecco un getto cresciuto troppo più da vicino... Avete presente le foglioline triangolari aderenti che l'asparago presenta sul gambo? Ecco, crescendo si aprono e da li fuoriescono i 'rametti' che lo fanno diventare un cespuglietto.


Qui invece potete vedere un'asparago perfetto per la raccolta: non è troppo piccolo, e sia le foglie sul gambo sia la punta sono ancora chiuse. Quando tra le foglie o in punta iniziano a vedersi come delle palline, lasciatelo li perchè ormai si sta già aprendo. (Ora, io vi ripeto solo gli insegnamenti contadini che mi sono stati 'tramandati'. Non mi hanno mai spiegato il perchè del non raccoglierli una volta che iniziano ad aprirsi, e io non ho mai chiesto, sapendo che i vecchi parlano sempre per un motivo..)
Qui vedete un altro bellissimo getto che però ho lasciato sul posto perchè troppo piccolo. Meglio che cresca e magari trovarne di più il prossimo anno!! ^^

Qui vedete la mia spesa mentre ero a metà della passeggiata. Non ne ho raccolti molti di più, e sono bastati per un risotto per quattro persone.

Ok, tornati a casa lavateli e lavatevi le mani. Importante questo passaggio sempre quando raccogliete erbe di campo o lungo gli argini, visto che posso essere contaminate da animali ( leggete qui per farvi un'idea).
Essendo già di per se molto teneri non serve spellarli, vi basterà cuocerli in asparagiera.
Non so come fate voi, ma il modo migliore consiste nel riempire l'asparagiera d'acqua in modo che essa arrivi qualche centimetro sotto alle punte. Io per precauzione dopo averli legati avvolgo un cordone fatto con carta argento poco sotto le punte, in modo che 'galleggino' sull'acqua mentre bolle.
Questo farà si che mentre i gambi vengono bolliti le punte cuociano al vapore.
Quando l'acqua bolle mettete gli asparagi e coprite, cuocendo il tutto per circa 10'.
Una volta cotti metteteli subito in acqua fredda per fermarne la cottura, poi mettete da parte le punte
e frullate i gambi tagliati a pezzi con del brodo vegetale.
Mettete in una padella un filo d'olio e tostate il riso, poi sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco e qualche filamento di zafferano. Evaporato l'alcool, aggiungete i gambi frullati e qualche pizzico di scalogno in polvere. Cuocete aggiungendo a mano a mano del brodo tenendo il riso sempre all'onda, fino a che non sarà al dente.



(guardate che bel colore verde!)
Spegnete e aggiustate di sale, mantecate con del burro di malga ( puntate sempre su prodotti buoni e genuini, non lasciate che un piatto si rovini per risparmiare pochi centesimi!) e per ultimo aggiungete le punte che avevate tenuto da parte.
Servite e lasciate che in caso sia l'ospite a mettere sopra del formaggio grattuggiato (a mio avviso non ci va per nulla, bisogna sentire il sapore dell'asparago selvatico non del formaggio!)
Ecco come si presenta impiattato: saporito e con delle invitanti e succose punte ancora intere, e avendo frullato i gambi non c'è il rischio di trovare pezzi tenaci o fibrosi.

Beh, ragassuoli, spero che vi sia piaciuto questo post. Non era mia intenzione insegnare nulla ( avrò commesso miriadi di errori nel cuocere il risotto!) e il titolo del post, il risotto più buono del mondo, beh...sono sicuro che i lettori fedeli avranno capito che, a farlo così buono, è il fatto di aver fatto tutto da soli, dalla ricerca e raccolta alla mangiata.
Ciao a tutti, e buona settimana!!!

Moreno

venerdì, maggio 4

25 anni

Compiere 25 anni di matrimonio il 25 aprile è un evento non da poco! Soprattutto perché a volte ci si chiede come i miei (foto sopra) siano riusciti ad arrivare alle nozze d'argento, hehe (scherzo, scherzo!). Per l'occasione, comunque, hanno deciso di dare una festa invitando tutti i parenti, ma proprio tutti! Considerate che mia mamma ha cinque tra fratelli e sorelle e fate un po' il conto voi. 
Inizialmente il progetto era di "affittare" un posto all'aperto dove i bambini avrebbero potuto giocare e gli adulti avrebbero potuto sentirsi più liberi, ma quel giorno il tempo ha deciso di non essere clemente (ha persino grandinato...!), quindi siamo dovuti stare chiusi in casa, stretti come sardine. Devo ammettere che il momento più bello per me è stato quando la maggior parte della gente se n'era già andata ed erano rimasti solo i genitori di Moreno e i miei cugini da parte di papà, anche perché è stato allora che abbiamo dato ai festeggiati la macchina fotografica che avevamo deciso di regalare loro :) è stato molto bello vedere quanto ne erano felici.


La festa è stata anche il "battesimo" della ragazza di mio fratello, Carolina (potete vedere i due piccioncini nella foto sotto), che non era mai stata vista dalla famiglia. Poverina...trovarsi tutti i parenti assieme dev'essere stato un po' uno shock. Chiacchierando è venuto fuori che anche Moreno ha ricevuto lo stesso trattamento quando stavamo assieme da pochi mesi, in occasione della cresima di mio fratello Andrea, e ci è venuto il sospetto che i miei lo facciano apposta, per traumatizzare il nuovo arrivato :) ma nessuno dei due è scappato a gambe levate quindi le possibilità sono due: o la prova non è tanto difficile o ci amano davvero!

E ora le foto di gruppo di rito: con i suoceri...
...e con la mia famiglia.

Voi invece amate le grandi riunioni di famiglia? Avete famiglie allargate?
Bacioni!

Giulia

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