mercoledì, giugno 19

Le confessioni di una Grammar Nazi

Attenzione: questo post è permeato da una densa ironia; si sconsiglia la lettura ai deboli di cuore e a chi non sa stare al gioco.

Avete presente quelle simpatiche personcine che ad ogni vostro dimenticanza, ad ogni vostro uso errato di una parola, ad ogni scorrettezza grammaticale nel vostro discorso sono prodighe di (non richiesti) consigli per migliorare le vostre colpe? Ecco, io faccio parte di quella schiera. Mi piace pensare di star offrendo al mondo l'opportunità di imparare cosa significa parlare correttamente, mi piace pensare di essere una crocerossina della grammatica, pronta a guarire qualsiasi ferita inflitta dai briganti della lingua, mi piace pensare di star svolgendo la mia missione caritatevolmente, alla maniera di Santa Teresa: come lei, io aiuto i poveri congiuntivi in difficoltà con le mie mani generose d'affetto; come lei, curo le scorrettezze della lingua con pazienza e dedizione; come lei, sopporto le pene dell'Inferno (sì, quello immaginato da Dante!) senza lamentele in luoghi dimenticati dal Dio della Grammatica. E come lei, non mi aspetto nemmeno un grazie dalle persone che ho salvato nel mio percorso. Figurarsi, perché se aspettassi di ricevere un ringraziamento per la nobile causa che sto perorando potrei campare fino a mille anni e non riceverne nemmeno uno. Sono cosciente di ciò, tuttavia non capisco come mai! Svolgo un servizio pubblico gratuitamente e senza chiedere nulla in cambio, acculturando le genti e predicando l'uso del congiuntivo alle masse; ma le masse non sembrano apprezzare e le genti mi guardano con malcelato schifo quasi fossero un sol uomo.
A coloro che dicono "avrei" invece di "avessi", a chi usa latinismi in modo improprio, alle persone che non si curano di quanto sia aberrante un indicativo al posto di un congiuntivo, a chi pensa che "gli" equivalga ad "a lei", agli stolti che utilizzano "paroloni" senza saperne il significato ma solo perché suonano bene io dico: non temete amici miei, ho una buona notizia per voi: l'Ignoranza è notoriamente una "brutta bestia", è una malattia spesso trasmessa per via genetica, ma è curabile con un po' di pazienza, un dizionario e un buon vecchio manuale di grammatica. 

A presto!
Giulia

P.s.: questo post è dedicato a Luna Pizzafichiezighini, sperando che non si offenda se la considero una compagna Grammar Nazi :)

martedì, giugno 4

Momenti di terrore

Ho appena scoperto che nella mia edizione della Commedia (Oscar Mondadori, 2005) al verso 122 del XXVII canto del Purgatorio, pagina 814, c'è un obbrobrioso "sù" (dio anche solo scriverlo mi fa male). Voglio andare a casa della Chiavacci Leonardi, suonare alla porta, dirle "Ciao, Anna Maria!" e schiaffeggiarla. Queste cose non si fanno, eddai!
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